Il progresso, l’innovazione e la ricerca sono da sempre i motori che spingono l’industria moderna verso il futuro.
I grandi cambiamenti climatici, in parte derivati proprio dall’esasperata spinta verso uno sviluppo senza regole degli scorsi decenni, impongono una ulteriore e più difficile sfida: proseguire la corsa verso l’innovazione, applicando processi produttivi etici e sostenibili, sia da un punto di vita energetico che ambientale.
Il grande comparto della Moda in generale, e del tessile particolarmente, è in prima linea nel perseguire queste tematiche.
Da uno studio dell’Osservatorio sulla Clean Technology di Innovatec è emerso che il 70% delle imprese italiane ritiene che la sostenibilità abbia un impatto positivo sul business e che la transizione energetica ed ambientale sia l’unica risposta alle sfide di business di oggi e del futuro.
A tale proposito i membri dell’ European Fashion Alliance (EFA – associazione fondata nel giugno 2022, che rappresenta più di 10.000 imprese della moda di ogni dimensione) si sono riuniti lo scorso ottobre per un primo Summit, con lo scopo di concordare un pacchetto di misure ed azioni in grado di promuovere e sostenere il necessario processo di trasformazione dell’industria della Moda.
Uno dei temi principali dell’incontro è stato il “Green Deal”, formulato dall’Unione Europea nel 2019 dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, per ridurre le emissioni nette di gas serra a zero entro il 2050, a cui secondo l’impegno dell’EFA, anche l’industria della moda deve urgentemente contribuire, in quanto l’impronta di CO₂ e l’impatto ambientale della produzione tessile e del consumo di moda sono ancora enormi.
L’European Fashion Alliance si propone di contribuire in modo significativo al raggiungimento di un’industria tessile neutrale dal punto di vista delle emissioni di CO₂, sostenibile dal punto di vista ambientale, non tossica e completamente circolare e di sensibilizzare i produttori di moda, gli stilisti e i consumatori.
A tal fine sono stati definiti quattro pillar su cui si baseranno le misure mirate: sostenibilità, educazione, policy e innovazione.
L’European Fashion Alliance ritiene che la sostenibilità e la trasformazione digitale, insieme all’innovazione, all’istruzione e alle misure del mercato del lavoro, saranno i fattori che spingeranno l’industria della moda a rendere i tessuti più durevoli, riparabili, riutilizzabili e riciclabili. Per accelerare questo processo di transizione, l’EFA si concentrerà anche sugli scambi e le interazioni interculturali tra i creativi e sosterrà i giovani talenti come motori del cambiamento attraverso azioni, ricerche e campagne.
Carlo Capasa, presidente della Camera della Moda Italiana ha detto:
“La nostra missione è educare i consumatori e i marchi di moda su cosa significhi essere sostenibili e di dare grande valore alla creatività, sottolineando il nostro apprezzamento per tutte le persone che stanno dietro al sistema. Uno dei ruoli principali dell’EFA è quello di coinvolgere i nostri Associati nello storytelling di ciò che sta dietro ai loro prodotti e di rappresentare una nuova idea di moda del futuro. Collaborando nell’EFA, possiamo mostrare ad altri settori cosa si può ottenere lavorando tutti insieme”.
Per il periodo dal 2023 al 2027, l’ European Fashion Alliance traduce questa convinzione in quattro obiettivi principali basati sui quattro pillar definiti:
definizione di un codice di condotta etico, sociale e sostenibile per i membri dell’EFA e, per estensione, per l’industria della moda;
un nuovo Green Deal per la moda a livello europeo, che rappresenti la cultura e l’impresa della moda, fondato su un ecosistema circolare e sociale a livello europeo, che si basi su dati e su un sistema di misurazione condivisi;
creazione e applicazione di pratiche di formazione sostenibile, tecnologica e di responsabilità sociale e culturale per i principali stakeholder dell’EFA;
Empowerment della Generazione Z e delle nuove generazioni, come forze trainanti di valore nella transizione digitale, circolare e sociale dell’industria della moda.
“La moda va al di là del mercato, è cultura. Siamo in un’economia di mercato; interessa anche a chi non è nel mercato capire che la moda creativa può svolgere un ruolo di motore sostenibile a livello più globale” ha commentato Pascal Morand della Federation de la Haute Couture et de la Mode.
Per il 2023, l’EFA lancerà quindi un’indagine a livello europeo, attraverso i suoi membri, per indagare le esigenze e le sfide delle micro, piccole, medie e grandi imprese che operano nell’industria della moda e del tessile, nonché degli istituti di istruzione e di ricerca e di altri soggetti interessati al settore, da cui far scaturire una strategia europea per il tessile sostenibile e circolare e la creazione di nuove politiche e programmi dell’UE, a sostegno della moda e delle industrie creative.
Cecilie Thorsmark del Copenhagen Fashion Week ha scritto, tra l’altro: “Una settimana della moda può sfruttare la sua posizione per accelerare il cambiamento e richiederlo, per far progredire il settore…”
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