Il poliestere, o meglio ancora si dovrebbe dire i poliesteri, sono una categoria di polimeri, tra cui il più significativo è il «polietilene tereftalato», più comunemente noto come PET.

L'immissione in commercio del primo poliestere per uso tessile risale al 1948, in Inghilterra, con il marchio commerciale «Terylene».

Questo materiale è utilizzato soprattutto per contenitori di cibi e bevande (tra le più comuni quella che comunemente è definita la "bottiglia di plastica"), ma può essere trasformato anche in fibra tessile.

Come fibra tessile il poliestere GRS (Global Recycled Standard) deriva da materiale da riciclo, certificato e tracciato in ogni le sua fase da tutta la filiera (quando il suo contenuto è almeno pari al 20%).

Sebbene siano presenti anche come elementi naturali, i poliesteri ad uso industriale sono di tipo sintetico, ottenuti da derivati del petrolio.

Da qualche anno i poliesteri possono anche essere prodotti da materiali riciclati o tramite fermentazione batterica nel campo delle biotecnologie.

I poliesteri vengono ampiamente utilizzati nel settore tessile per i più differenti ambiti: come imbottitura per indumenti invernali, fibra di base per ottenere ad esempio il "pile" o "l'organza" e come materiale traspirante per l'abbigliamento tecnico-sportivo.

Il poliestere può essere usato anche insieme ad altre fibre naturali o sintetiche, per realizzare praticamente ogni capo di abbigliamento (nastri, fettucce, tracolle, corde, ecc.). La così ampia diffusione nell'industria tessile è legata ad alcune delle sue caratteristiche importanti: è molto lucido e, se opportunamente lavorato, può anche risultare morbido e vellutato al tatto; offre un'elevata resistenza all'abrasione e alla lacerazione (comparabile a quella del nylon, con il quale viene spesso accoppiato); è un materiale abbastanza elastico e non sgualcisce (non si stropiccia, mantiene la piega e tende a riacquistarla anche dopo i lavaggi, risparmiando la stiratura), risulta inattaccabile da muffe e batteri, è idrorepellente e non assorbe macchie ed umidità; può essere reso un buon traspirante, per lasciare passare il vapore acqueo prodotto dal corpo (se lavorato per sfruttare il fenomeno della capillarità), offre un buon isolamento termico, ed asciuga velocemente.

Certo, molto dipende anche dal suo spessore, dalla sezione e dal tipo di lavorazione, ed è per questo motivo che permette di generare sia tessuti particolarmente leggeri e traspiranti, che tessuti particolarmente impermeabili e molto resistenti (come il «Dacron»).

Rispetto ai tessuti in fibre naturali questa fibra sintetica resiste molto bene anche se esposta a lungo al calore ed ai raggi solari.

Tra gli svantaggi del poliestere si annovera la tendenza alla formazione del «pilling» (ovvero le tipiche palline che si formano sulla superficie del capo dopo ripetuti usi e lavaggi), la possibilità di favorire lo sviluppo di odori (a volte anche cattivi), la propensione a generare cariche elettrostatiche, attirando la polvere. Svantaggi che possono essere tutti eliminati o attenuati attraverso lavorazioni particolari.

Riciclabile al 100 percento, il poliestere non perde le sue proprietà fondamentali durante il processo di recupero e lo si può così trasformare ripetutamente per la realizzazione di prodotti pregiati.